"PERCHE'? ........ HANNO SPARATO?"

da: "IL GIORNO DELLA CIVETTA"
di Leonardo Sciascia

1note Vennero i carabinieri, il maresciallo nero di barba e di sonno.
L'apparire dei carabinieri squillò come allarme nel letargo dei viaggiatori: e dietro al bigliettaio, dall'altro sportello che l'autista aveva lasciato aperto cominciarono a scendere. In apparente indolenza, voltandosi indietro come a cercare la distanza giusta per ammirare i campanili, si allontanavano verso i margini della piazza e, dopo un ultimo sguardo, svicolavano. Di quella lenta raggiera di fuga il maresciallo e i carabinieri non si accorgevano. Intorno al morto stavano ora una cinquantina di persone, gli operai di un cantiere-scuola, ai quali non pareva vero di aver trovato un argomento così grosso da trascinare nell'ozio delle otto ore. Il maresciallo ordinò ai carabinieri di fare sgombrare la piazza e di far risalire i viaggiatori sull'autobus: e i carabinieri cominciarono a spingere i curiosi verso le strade che intorno alla piazza si aprivano, spingevano e chiedevano ai visitatori di andare a riprendere il loro posto sull'autobus. Quando la piazza fu vuota, vuoto era anche l'autobus; solo l'autista e il bigliettaio restavano.
2note - E che - domandò il maresciallo all'autista - non viaggiava nessuno oggi?
- Qualcuno c'era - rispose l'autista con faccia smemorata.
- Qualcuno - disse il maresciallo - vuol dire quattro cinque sei persone; io non ho mai visto questo autobus partire, che ci fosse un solo posto vuoto.
- Non so - disse l'autista, tutto spremuto nello sforzo di ricordare - non so: qualcuno, dico, così per dire; certo non erano cinque o sei, erano di più, forse l'autobus era pieno... io non guardo mai la gente che c'è: mi infilo al mio posto e via... Solo la strada guardo, mi pagano per guardare la strada.
3note Il maresciallo si passò sulla faccia una mano stirata dai nervi.
- Ho capito - disse - tu guardi solo la strada; ma tu - e si voltò inferocito verso il bigliettaio - tu stacchi i biglietti, prendi i soldi, dai il resto: conti le persone e le guardi in faccia...
E se non vuoi che te ne faccia ricordare in camera di sicurezza, devi dirmi subito chi c'era sull'autobus, almeno dieci nomi devi dirmeli.... Da tre anni che fai questa linea, da tre anni ti vedo ogni sera al caffè Italia: il paese lo conosci meglio di me...
- Meglio di lei il paese non può conoscerlo nessuno - disse il bigliettaio sorridendo, come a schermirsi da un complimento.
4note - E va bene - disse il maresciallo sogghignando - prima io e poi tu:
Va bene.... Ma io sull'autobus non c'ero, ché ricorderei uno per uno i viaggiatori che c'erano: dunque tocca a te, almeno dieci devi nominarmeli.
- Non mi ricordo - disse il bigliettaio - sull'anima di mia madre, non mi ricordo: in questo momento di niente mi ricordo, mi pare che sto sognando -.
- Ti sveglio, io ti sveglio - s'infuriò il maresciallo - con un paio d'anni di galera ti sveglio... - ma s'interruppe per andare incontro al pretore che veniva.

 

 

NOTE

1testo

 

 

 squillò: risuonò.
 indolenza: pigrizia, apatia, indifferenza, svogliatezza.
 svicolavano: sparivano in un vicolo, scappavano, fuggivano.
 raggiera: i viaggiatori si allontanano dall'autobus tutti in direzioni diverse.
 non pareva vero: faceva molto piacere, sembrava incredibile.
 trascinare: di cui parlare, vivere piacevolmente e lentamente.
 sgombrare: liberare, vuotare.

2testo

 faccia smemorata: espressione di chi non ricorda, di chi ha perso la memoria.
 spremuto: contratto, piegato, impegnato.

3testo

 stirata: tesa, contratta per i nervi.
 camera di sicurezza: cella, prigione.
 schermirsi: sottrarsi, sfuggire.

4testo

 sogghignando: accennando a un sorriso, ridacchiando malignamente.
 ché: perché.
 nominarmeli: citare, dire, pronunciare.
 sull'anima di mia madre: giura sopra l'anima di sua madre.
 pretore: giudice, magistrato.